Come Resident Evil 4 cambiò il mondo dei videogiochi

Articolo scritto da Marco Nero del Blog: Il Mondo di NERd

Pochi i giorni che ci separano dal remake di Resident Evil 4 e qui in Wasd Magazine abbiamo pensato di riproporre la storia e i retroscena di quel titolo che nel lontano 2005 cambiò per sempre l’industria dei videogame… nel bene e nel male.

Siete Pronti?
Si comincia!

Il lungo sviluppo

Era il 1999 e la serie Resident Evil galoppava più forte che mai, reduce da una trilogia lanciata su PSX e che aveva in cantiere uno spin-off su Sega Dreamcast noto come Code Veronica.
In quest’aria di freschezza Capcom aveva già buttato le basi per un quarto capitolo, affidandone la regia al vincente Hideki Kamiya, che aveva già diretto il secondo capitolo e avrebbe poi avuto una luminosa carriera. Il problema a monte è che il produttore della serie, Shinji Mikami, aveva nel frattempo stipulato un accordo con Nintendo, promettendogli l’esclusiva del prodotto. Il tutto si sarebbe tradotto in una serie di quattro build per il gioco, che avrebbe passato un inferno di sviluppo per ben 6 anni.

Per non dilungarci troppo, possiamo riassumere la storia delle 4 build:

  1. Con la prima build Kamiya rese il gioco troppo action per gli standard della serie (il che è ridicolo considerando ciò che successe dopo) e da esso nacque Devil May Cry, che fu offerto in esclusiva a Sony Playstation 2
  2. La seconda build è risalente al 2002 e consisteva in una bozza della trama che vedeva Leon Kennedy come protagonista principale. Questo prodotto non vide mai la luce ed è conosciuto come “Fog version” tramite un trailer presentato al Tokyo Game Show 2002
  3. La terza risale al 2003 e fu presentata come demo non giocabile che vedeva Leon esplorare le stanze di un castello infestato da spettri. Inutile dire che i CEO Capcom non giudicarono al meglio il prodotto, che si stava ormai discostando troppo da quello che rappresentava la serie. Il gioco venne cancellato, ma molti fan ancora oggi reputano le sue atmosfere più vicine a quelle dei primi capitoli, viene ricordato affettuosamente come “Hook Man version” ma col tempo ha preso anche il titolo di Resident Evil 3.5
  4. Infine Shinji Mikami fu chiamato a riprendere il suo ruolo da regista. Il game designer giapponese rese il quarto capitolo più action che mai. In barba proprio a Kamiya che ci aveva tirato fuori
    Devil May Cry!

Il cambio drastico e la virata Action

Come avevamo accennato nella prefazione, Resident Evil 4 cambiò la storia degli action game… sia nel bene che nel male. Chiariamoci: Re4 non si è inventato nulla.
La visuale a spalla e i Quick Time Event abbondantemente presenti nel gioco esistevano da anni, ma la commistione di come furono presentati spinse la concorrenza ad emularli.
Ironico come anche la Konami -che aveva creato Silent Hill cercando di bissare il successo della creatura di Mikami- avrebbe impostato i capitoli successivi su un tono più action, partorendo episodi agghiaccianti come Silent Hill – Homecoming.

Il male fu proprio questo.
Resident Evil 4 fu un successone e avvicinò nuove schiere di giocatori al brand grazie al suo connubio perfetto di gore e sparatorie, ma fu anche oggetto di discordia e spaccò in due una fanbase solida che odiava il cambio di rotta intrapreso da Mikami e la perdita delle atmosfere più calme e ansiogene del primo capitolo. C’è da aggiungere che il designer giapponese era tornato al lavoro sul remake del primo Resident Evil solo qualche anno prima, dando vita ad un gioco lontano anni luce da questo.

Nel tempo molti provarono ad imitare la sua formula vincente, in particolare gli shooter in terza persona che iniziarono a prediligere la visuale a spalla e alcuni divennero franchise importanti della generazione successiva come Gears of War. Sta di fatto che Re4 fu uno spartiacque e la fine di una “vecchia scuola” per il Survival Horror, che dai ritmi lenti e ragionati dell’età dell’oro venne fagocitato da meccaniche action sempre più preponderanti, a tratti invadenti.

Resident Evil 4 Remake 2023

Ed eccoci qui, negli anni 20 del nuovo millennio, dopo 18 anni dall’originale, sulla scia tracciata dal mercato -sempre più popolata da rifacimenti di vecchie glorie- Resident Evil 4 torna rinnovato, frutto di un progetto che ha voluto dare una nuova veste grafica alle sue vecchie glorie.
Dopo il remake del secondo capitolo si può dire che questo è l’apice della formula e va a svecchiare un titolo che dopo quasi un ventennio porta sulle spalle il peso dell’età.
Chi ha provato la Chainsaw Demo nelle ultime settimane si è accorto che ora tutto è molto più tetro e crudele che in passato. Leon non è più così spavaldo come nell’originale e il fattore Survival è più incisivo.
Il coltello sarà fondamentale per la sopravvivenza, e sostituisce i Qte del passato come arma di difesa, le risorse saranno più scarne ma al contempo l’azione sarà sempre presente.
Cruciale in questo remake è la gestione delle risorse che possono essere rimpinguate trovando tesori in giro per le mappe, oggi molto più ampie che nel titolo del 2005. Gli esperimenti fatti con Resident Evil Village si sono dimostrati utili per perfezionare il sistema di vendita armi, che ora è più funzionale al contesto, così come anche le sezioni con Ashley che porta a situazioni molto meno frustranti che in passato.
Insomma, pareva impossibile ma Resident Evil 4 Remake perfeziona il vecchio Re4, escludendo qualche boss e qualche pacchianata presente nell’originale (niente statue di Salazar semoventi, stavolta).
Il tutto per un totale di 20 ore di gioco comprese le sub-quest.

A dar fastidio sono forse alcune mancanze come Separate Ways la campagna che ci vedeva vestire i panni di Ada Wong. Se infatti è stato detto che The Mercenaries verrà rilasciato successivamente come contenuto gratuito, la bella spia asiatica sarà visibile solo in alcuni momenti cruciali della storia…. con qualche sorpresa nella parte finale. Un vero peccato perchè Ada Wong era quel personaggio che è sempre stato incaricato di risolvere i punti oscuri della trama, dalla sua creazione nel Resident Evil 2 del 1998 fino al criticatissimo Resident Evil 6

In conclusione:

Resident Evil 4 ritorna più brillante che mai, in una veste più che rinnovata

Sul Blog Il Mondo di NERd potrete trovare un articolo più approfondito sullo sviluppo di questo caposaldo dell’Horror che rimane -con pregi e difetti- uno dei più grandi giochi d’azione mai concepiti

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